Jean Fautrier e l'informale in Europa
Milano : Mazzotta, [2002]
Abstract/Sommario:
dal 15 settembre al 1 dicembre 2002 — La mostra risponde pienamente allo spirito dell’attività espositiva promossa dalla Fondazione Magnani-Rocca, che cerca sempre di trarre spunto da capolavori della collezione permanente o comunque da interessi culturali ampiamente coltivati dal Fondatore Luigi Magnani. Jean Fautrier (Parigi 1898 – Châtenay-Malabry 1964) è presente a Mamiano con un capolavoro, Composition del 1960, cui se ne aggiungono altri degli artisti di cui è ugualmente prevista ...; [leggi tutto]
dal 15 settembre al 1 dicembre 2002 — La mostra risponde pienamente allo spirito dell’attività espositiva promossa dalla Fondazione Magnani-Rocca, che cerca sempre di trarre spunto da capolavori della collezione permanente o comunque da interessi culturali ampiamente coltivati dal Fondatore Luigi Magnani. Jean Fautrier (Parigi 1898 – Châtenay-Malabry 1964) è presente a Mamiano con un capolavoro, Composition del 1960, cui se ne aggiungono altri degli artisti di cui è ugualmente prevista la partecipazione.
La mostra comprende circa quaranta opere di Fautrier e altre quaranta dovute ai migliori protagonisti che, negli anni cruciali a cavallo della Seconda Guerra mondiale e subito dopo, egli ebbe accanto a sé in un rapporto talora consapevole e manifesto, talaltra dato solo da misteriose ma non meno stringenti affinità elettive. Nella selezione di questi “altri” si è osservato un criterio molto esigente, senza cedere a preoccupazioni di stretto carattere filologico. Per l’ambito italiano compaiono pertanto opere di Alberto Burri, Lucio Fontana, Leoncillo, Mattia Moreni, Ennio Morlotti. Quanto agli altri europei, una presenza indispensabile è quella di Jean Dubuffet, l’anima gemella, anche se in un ruolo talvolta antagonistico, che Fautrier ebbe in patria, cui si aggiungono due figure di artisti non proprio francesi d’origine, ma ben presto venuti ad arricchire la Scuola di Parigi, Nicolas de Staël e Wols, anch’essi validamente presenti nella raccolta della Fondazione; il primo di loro, del resto, è stato fatto oggetto nel 1994 di una importante retrospettiva in questa sede.
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